Ormai 20 anni fa, mio padre aveva un sogno: percorrere il Cammino di Santiago, allora molto meno conosciuto, partendo da solo col suo zaino per affrontare gli 800 Km del cammino francese.
Ma, come sanno bene i fatalisti come me, la vita è imprevedibile, ed aveva deciso altrimenti: una malattia lo aveva costretto in ospedale, a cavallo tra la vita e la morte. Dopo mesi era tornato a casa, con acciacchi che non lo hanno ancora abbandonato, ma quel sogno era rimasto lì, come un racconto mai finito.
Questa estate mio padre era seduto su una roccia accanto a me, le mani appoggiate ad un bastone di legno raccolto poco prima da terra, sul crinale del Monte Amiata. Su quella roccia, parlando con lui, era nata in me un’idea che dopo pochi mesi, ad ottobre 2024, stava per trasformarsi in realtà.
Ora, a 75 anni, mio padre stava finalmente per mettere piede su quel Cammino che aveva sempre desiderato percorrere, ma non sarebbe stato da solo questa volta: ci saremmo andati insieme, “babbo” e figlio, da Leon a Finisterre, 400 Km da fare in 16 giorni.
Mia mamma aveva detto qualcosa del tipo “non siete mai stati tutto questo tempo insieme, voi due da soli”, sorridendo di orgoglio e un po’ di preoccupazione per questi due “orsi” silenziosi, e sotto tanti aspetti simili, anche se nessuno di noi lo ammetterà mai.
E aveva ragione. Questo viaggio sarebbe stato diverso, senza di lei a fare da paciere, senza le distrazioni della vita quotidiana. Solo noi due, i nostri passi, e il Cammino davanti, un’esperienza che porteremo sempre con noi e per la quale non lo ringrazierò mai abbastanza: sono un orso.